Brancusi | Doc

Nell’ottobre del 1926 un gruppo di casse contenenti sculture dell’artista romeno Constantin Brancusi viene scaricato nel porto di New York.
Le opere sono scortate dal fotografo Edward Steichen che intende esibirle in una mostra ufficiale alla galleria Brummer già famosa per aver ospitato alcuni “pezzi pregiati” dell’avanguardia artistica europea.
Quando aprono le casse, gli ufficiali delle dogane federali si trovarono fra le mani dischi, uova, forme ondulose come lingue di fuoco, tutte realizzate in vari materiali quali legno, metallo riflettente e marmo levigatissimo.
Un oggetto, in particolare, li lascia interdetti: è di forma allungata, alto circa un metro e trenta centimentri, in bronzo dorato lucidissimo, con un lieve rigonfiamento ellissoidale recante un’etichetta stupefacente: “Bird in space”.

Ezra Pound su Brancvusi: “un puro genio che libera la forma eidetica dalla materia (l’idea pura o forma a priori)”.

Nessuno dei doganieri riconosce in quell’oggetto un qualsivoglia “volatile” cosicché viene rifiutata l’esenzione doganale normalmente concessa alle opere d’arte in transito. Anzi. Sulla base del materiale, della forma curvilinea e dell’impossibilità di catalogare altrimenti ciò che avevano maneggiato con stupore, dichiarano trattarsi di utensile da cucina o eventualmente di fornitura per ospedali. Viene quindi applicata la tariffa d’importazione per casi simili pari a 240 dollari equivalenti agli attuali 1700 euro. I destinatari delle opere reagiscono immediatamente esercitando forti pressioni sulle dogane affinché al contenuto delle casse sia riconosciuto lo status di opere d’arte. Le dogane cedono riservandosi di approfondire in seguito la questione. La mostra è un successo.
La delibera delle dogane alla fine venne annullata con una sentenza qui riportata che, de facto, sdoganava l’arte moderna negli USA: “Da tempo si è sviluppata una corrente artistica cosiddetta moderna, i cui esponenti tentano di rappresentare delle idee astratte invece che imitare gli oggetti naturali […] L’oggetto ha linee armoniose e simmetriche e, a dispetto di una certa difficoltà ad assimilarlo a un uccello, è comunque piacevole da guardare e molto decorativo. Ritenendolo al di là dell’apparenza produzione originale di uno scultore professionista […] accettiamo le proteste e troviamo che l’oggetto ha diritto a entrare liberamente.” Brancusi aveva intrapreso fin dal 1907 un percorso di essenzializzazione dei volumi che aveva indotto il poeta Ezra Pound a definire l’artista “un puro genio che libera la forma eidetica dalla materia (l’idea pura o forma a priori)”.